Saturday, 18 April 2009

bolivia: ammazzati 3 mercenari europei, dovevano uccidere morales

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BOLIVIA: SVENTATO UN ATTENTATO A EVO MORALES

Venerdì, 17 Aprile 2009 - 13:32 -

di Fabrizio Casari


Il luogo è Santa Cruz, capoluogo dell’omonima regione, la più ricca del paese e, non a caso, la capofila dell’opposizione di destra al governo. La polizia boliviana, dopo una sparatoria durata mezz’ora in un hotel della città, elimina una cellula terrorista composta da mercenari europei. Le vittime sono tre, un ungherese, un croato (sembra) ed un irlandese. Da diverso tempo seguivano i movimenti del Presidente Evo Morales ed il funzionamento della struttura adibita alla sua sicurezza ma, da altrettanto tempo, erano a loro volta seguiti dalle forze di sicurezza boliviane. Il Vice ministro dell’Interno, Rùben Gamarra, in un incontro con la stampa nazionale ed estera, ha affermato che i tre uccisi erano “mercenari stranieri membri di una cellula terroristica che aveva come obiettivo l’assassinio del Presidente Evo Morales e del Vicepresidente Alvaro Garcia Linera”.

Gamarra ha spiegato che lo scontro è durato mezz’ora, che oltre ai tre uccisi ci sono due arrestati e che nelle perquisizioni successive “sono stati rinvenuti esplosivo ed armi di grosso calibro, situati in un deposito della Cooperativa dei telefoni di Santa Cruz", allocato all’interno di una fiera imprenditoriale gestita da gruppi dell’opposizione di destra. A rendere il quadro ancora più inquietante, ci sono le dichiarazioni del Capo della polizia boliviana, il Generale Victor Hugo Escobar, che ha annunciato la presenza di numerosi indizi che indicherebbero come lo stesso gruppo terrorista sarebbe responsabile dell’attentato dinamitardo - per fortuna senza vittime - che alcuni giorni prima aveva colpito la casa del Cardinale Julio Terrazas, massimo gerarca cattolico del Paese.

Il Capo della polizia ha quindi dichiarato che “il Governo dispone di tutti i mezzi necessari per scoprire tutte le ramificazioni del complotto, ma è chiaro che non ci troviamo di fronte ad una cellula unica; supponiamo la presenza di altre cellule operative, vista la quantità di armi ed esplosivi rinvenuta”. Il Presidente Morales, che si trovava in Venezuela per la riunione dell’ALBA (Alternativa Bolivariana delle Americhe, formata da Venezuela, Bolivia, Cuba, Nicaragua, Honduras e con Ecuador e Repubblica Dominicana in veste d’invitati) ha autorizzato l’azione delle forze di sicurezza boliviane ed ha denunciato il complotto terroristico ai suoi danni.

E’ evidente che l’organizzazione di un complotto per uccidere il Presidente ed il suo vice, con notevoli quantità e qualità di mezzi a disposizione e l’utilizzo di mercenari provenienti dall’Europa è un’operazione estremamente costosa, oltre che criminale. Non sono certo moltissimi i boliviani in grado di montare un’operazione del genere e il fatto che il retroterra logistico sia stata la città ribelle al governo, guidata dal capo dell’opposizione, il prefetto Ruben Costas (che in diverse occasioni ha invocato l’uso delle armi contro il governo di Morales), sembrerebbero indicare con sufficiente chiarezza l’indirizzo dei possibili mandanti. Si deve peraltro ricordare che la città di Santa Cruz è stata teatro di altri attentati dinamitardi contro le residenze dei rappresentanti del governo, che hanno fatto salire al livello di guardia la tensione politica.

L’opposizione – un mix tra imprenditori, proprietari terrieri e fedeli ai passati governi – ha dovuto incassare diverse sconfitte dall’ascesa al potere di Evo Morales. La più dura, quella rappresentata dalla nuova Carta Costituzionale che, per la prima volta, sovverte l’ordine di grandezza nei diritti e doveri, assegnando alle risorse della terra, alle diverse comunità etniche, ai diritti sociali e civili, un ruolo ben più preponderante di quanto non lo abbiano il denaro e l’impresa privata. L’opposizione denuncia una Costituzione che aumenta l’ingerenza dello Stato nell’educazione, nell’economia, nella cultura e nella famiglia, con ciò ribadendo come la nuova Bolivia sia incompatibile con i vecchi padroni della stessa.

E proprio nel giorno in cui il Congresso ha approvato la nuova legge elettorale che mette nella condizione di esprimere il proprio voto a tutte le comunità del Paese (con un nuovo registro elettorale aggiornato, che prevede il ricorso alle impronte digitali e che verrà utilizzato per la prima volta) viene scoperto e smantellato il complotto destinato ad uccidere il Presidente. Due segni significativi per la nuova Bolivia, il Paese dove, da quando Evo governa, gli ultimi sono diventati i primi.

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Bolivia gang 'fought in Balkans'


Two members of a mercenary gang said to have plotted to kill Bolivian President Evo Morales were veterans of the Balkan wars of the 1990s, reports say.


Three died and two were arrested in the eastern city of Santa Cruz after police fought a gunbattle with the group.

Bolivian police officials said two of the five fought for Croatian independence. The three others are said to be Irish, Romanian and Hungarian.

They were said to be planning attacks on government and opposition figures.

Chief among the suspected targets was Bolivian President Evo Morales, but Vice-President Alvaro Garcia Linera and Santa Cruz Governor Ruben Costas, a bitter opponent of Mr Morales, were also targeted, police said.

There has been no immediate explanation of why the alleged plotters would target government and opposition targets alike.

Mr Costas has questioned the government's information, accusing it of "mounting a show" aimed at discrediting the opposition.

'Paramilitary links'

Revealing details of the alleged mercenary gang, police chief Victor Hugo Escobar said prosecutors were now seeking "clear and concrete information".

The group, suspected by authorities of being behind a dynamite attack on the home of a Catholic cardinal earlier in the week, was tracked down on Thursday to a hotel in Santa Cruz, some 900km (620 miles) east of the capital, La Paz.

The resulting shootout killed Magyarosi Arpak, a Romanian, and Irishman Michael Martin Dwyer, officials say.

The police chief named Eduardo Rosa Flores, 49, a Bolivian-Hungarian man also killed in the gunbattle, as the ringleader of the group.

He fought in the war for Croatian independence in the 1990s where he commanded a paramilitary organisation, reports said.

The two men arrested were named as Mario Francisco Tasik Astorga, 58, another veteran of the Croatian war, and Elot Toazo, a Hungarian computer expert.

Multiple targets

Mr Morales revealed the existence of the alleged plot as he travelled to Venezuela and Trinidad for regional summits.

He said intelligence reports had warned of an assassination plot by a group comprising foreign attackers intending to "riddle us with bullets".

Early reports from Bolivia's leftist government suggested the plotters were linked in some way to opposition movements in the country's lowlands supported by Mr Costas.

But news that Mr Costas was himself thought to be a target brought a clarification from government officials.

"The terrorist group has a strategy... not only against the president or vice-president, but other authorities as well," Deputy Interior Minister Marcos Farfan told Bolivian radio.


Story from BBC NEWS:

http://news.bbc.co.uk/go/pr/fr/-/1/hi/world/americas/8005592.stm

Published: 2009/04/18 09:01:00 GMT

© BBC MMIX

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