Thursday 13 February 2014

italia: e ora legalizzare la cannabis

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http://ilmanifesto.it/una-sentenza-stupefacente/
http://www.radicali.it/rassegna-stampa/una-sentenza-stupefacente

Una sentenza stupefacente

Eleonora Martini,
12.2.2014


La Consulta boccia la Fini-Giovanardi: incostituzionale. Illegittima la conversione parlamentare del decreto sulle Olimpiadi di Torino. «E ora legalizzare la cannabis» Lo chiedono i Radicali mentre il Pd apre a una vera riforma della legislazione sulle sostanze

  Inco­sti­tu­zio­nale. La legge Fini-Giovanardi è stata spaz­zata via dalla Con­sulta e non, come avrebbe dovuto essere, dalla poli­tica, dopo otto anni di pene abnormi che nes­suno potrà ripa­gare. Otto anni di sof­fe­renze per migliaia di per­sone entrate nel cir­cuito penale e san­zio­na­to­rio, recluse, morte per­fino, a causa del furore ideo­lo­gico delle destre e dell’ignavia del cen­tro­si­ni­stra (solo il mini­stro Paolo Fer­rero, con l’ultimo governo Prodi, tentò inu­til­mente di can­cel­larla), e a tutto bene­fi­cio dei nar­co­traf­fi­canti. La Corte costi­tu­zio­nale ieri ha dichia­rato ille­git­tima la legge 49/2006 «per vio­la­zione dell’art. 77, secondo comma, della Costi­tu­zione, che regola la pro­ce­dura di con­ver­sione dei decreti-legge». Un qua­dro nor­ma­tivo che, come ha già ricor­dato il mani­fe­sto in que­sti giorni, venne intro­dotto for­za­ta­mente — ricor­rendo al voto di fidu­cia — durante l’iter par­la­men­tare di con­ver­sione del decreto sulle Olim­piadi inver­nali di Torino con gli arti­coli 4–bis e 4–vicies ter, dichia­rati inco­sti­tu­zio­nali ieri dagli ermel­lini, e che riscrisse com­ple­ta­mente gli arti­coli 73, 13 e 14 del Testo unico sugli stu­pe­fa­centi, il dpr 309/90. Per entrare nei det­ta­gli biso­gnerà atten­dere le moti­va­zioni della Corte che saranno scritte dal giu­dice rela­tore Marta Car­ta­bia, ma è chiaro fin d’ora che l’equiparazione delle sostanze leg­gere a quelle pesanti, poste in un’unica tabella nella Fini-Giovanardi, e delle con­dotte — la deten­zione per uso per­so­nale assi­mi­lata allo spac­cio – sono ormai carta strac­cia. Per­ché torna a rivi­vere la pre-esistente nor­ma­tiva, la Jervolino-Vassalli emen­data dal refe­ren­dum pro­mosso dai Radi­cali nella pri­ma­vera del 1993, secondo la quale non è puni­bile la deten­zione a scopo di uso per­so­nale, qual­siasi sia il quan­ti­ta­tivo (venne abo­lita la «dose media gior­na­liera» che era la soglia per la con­fi­gu­ra­zione del reato di spac­cio) e per qual­siasi sostanza.  La col­ti­va­zione di mari­juana però resta ancora un reato puni­bile con san­zioni penali ele­vate, per­ché anche per la Jervolino-Vassalli viene equi­pa­rata allo spac­cio. Le pene però sono ridotte da 2 a 6 anni di car­cere (per la Fini-Giovanardi erano da 6 a 22), men­tre per il traf­fico di cocaina, eroina o dro­ghe sin­te­ti­che sono pre­vi­sti dagli 8 ai 20 anni di reclu­sione. Ora si spera che la dif­fe­ren­zia­zione dei reati e delle pene fac­cia tor­nare rapi­da­mente ad un mer­cato sepa­rato tra sostanze leg­gere e pesanti, come era prima del feb­braio 2006. Anche se in Par­la­mento giac­ciono già alcuni dise­gni di legge — in par­ti­co­lare quello del depu­tato di Sel, Daniele Farina, che pre­vede la depe­na­liz­za­zione delle dro­ghe leg­gere, giunto in com­mis­sione Giu­sti­zia — la segre­ta­ria dei Radi­cali ita­liani, Rita Ber­nar­dini, sol­le­cita la lega­liz­za­zione della can­na­bis. «Per quanto mi riguarda, da plu­ri­pre­giu­di­cata come Pan­nella e altri radi­cali, con­ti­nuerò a disob­be­dire fino a che i malati e i con­su­ma­tori saranno costretti dalla legge a rifor­nirsi al mer­cato cri­mi­nale», aggiunge Ber­nar­dini che si è auto denun­ciata a Fog­gia per la col­ti­va­zione di alcune piante di mari­juana senza però aver otte­nuto l’arresto. D’altronde, se Mat­teo Renzi man­tiene la parola — «Lega­liz­zare l’erba? Prima via la Fini-Giovanardi», aveva detto poco più di un mese fa — i tempi sono maturi. Nel Pd, per esem­pio, in molti hanno chie­sto ad Enrico Letta di giu­sti­fi­care la scelta di schie­rare l’avvocatura dello Stato davanti alla Con­sulta a difesa della legge più car­ce­ro­gena di que­sti tempi.  Basti pen­sare infatti che circa il 40% dei dete­nuti, 24.273 per­sone al 31 dicem­bre 2013 sono in car­cere per vio­la­zione della legge inco­sti­tu­zio­nale. Men­tre 8.657 sono in custo­dia cau­te­lare e 59 inter­nate, come risulta dalla rela­zione al Par­la­mento della mini­stra di Giu­sti­zia, Anna­ma­ria Can­cel­lieri. Numeri più o meno sta­bili dal 2007 in poi: secondo i dati del Dap, il picco di dete­nuti per reati legati agli arti­coli 73 e 74 della legge si è avuto nel 2011, con 27.459 reclusi. Anti­gone però stima che attual­mente i car­ce­rati per deten­zione per­so­nale di dro­ghe leg­gere siano circa 10 mila.  Cosa suc­ce­derà a que­sto eser­cito di per­sone? Secondo alcuni giu­ri­sti, come l’avvocato Michele Pas­sione dell’Osservatorio car­cere dell’Unione delle Camere penali ita­liane, non c’è nes­sun auto­ma­ti­smo nell’esecuzione della sen­tenza della Con­sulta, ma i con­dan­nati in vio­la­zione della legge Fini-Giovanardi potreb­bero chie­dere il rical­colo della pena con la nor­ma­tiva pre esi­stente. Non la pensa così l’avvocato Gio­vanni Maria Flick (vedi inter­vi­sta in que­ste pagine). Un lavoro che rica­drebbe sulle spalle dei giu­dici dell’esecuzione, senza dover ricor­rere a un nuovo dibat­ti­mento, ma che comun­que inta­se­rebbe ulte­rior­mente i tri­bu­nali. Ecco per­ché i Radi­cali — e non solo — tor­nano a chie­dere l’amnistia e l’indulto, «ora neces­sari più che mai».




Droga: Pannella, "Renzi? Ha fatto come il Pci con il divorzio..."

(AGI) Roma, 12 feb. 

"Noi Radicali abbiamo raccolto le firme per abrogare con un referendum la legge Fini-Giovanardi, su cui ora e' intervenuta la Corte costituzionale, che pero' ha sollevato soprattutto questioni che non riguardano il merito della normativa". Marco Pannella mette i puntini sulle i e rimprovera "il 'Grande Renzi'" che "invece, ostentatamente, non ha firmato i nostri referendum che avremmo potuto vincere, affermando che e' il Parlamento a dover decidere". E all'attuale segretario Pd tocca questa reprimenda: "Proprio come fece il Pci all'epoca del referendum sul divorzio, perche' per il Pci il referendum era una jattura". Sempre dai microfoni di Radio Radicale, intervistato sulla sentenza con cui la Corte Costituzionale ha bocciato la legge Fini-Giovanardi sulla droga, Pannella ricorda, inoltre, che "tra le firme raccolte dai Radicali sugli ultimi quesiti referendari c'e' stata, invece, anche quella di Silvio Berlusconi". "Nel 1993, quando vinse il nostro referendum sulla legge Jervolino-Vassalli, su cui avevamo raccolto le firme grazie al Coordinamento radicale antiproibizionista, si espressero a favore di un appello per il 'si'' anche personalita' della Lega come Calderoli, per non parlare di esponenti del Partito liberale come Alfredo Biondi e Paolo Battistuzzi. Ora che ci si interroga sulla eventuale 'staffetta' tra Letta e Renzi - e' la considerazione dello storico leader Radicale - c'e' davvero qualcuno in grado di dire quali siano le differenze tra visioni e obiettivi? Come ha detto giustamente il presidente Napolitano, e' il Pd che deve decidere, ma la verita' e' che il confronto e' sul nulla".



Governo: Pannella, direzione Pd e' stata un disastro

Roma, 13 feb. (Adnkronos)

"L'andamento della direzione del Pd costituisce la prova di un disastro: non c'è nulla di quello che, nell'esercizio di supremo garante del diritto e dei diritti nel nostro Paese, il presidente della Repubblica ha indicato non come doveri ma obblighi rispetto ai quali non c'è un solo giorno da perdere". Lo ha detto Marco Pannella a Radio Radicale. "Non c'è in tutto il dibattito un solo accenno a questo, al fatto che il nostro stato è da decenni considerato dalle istanze democratiche internazionali e dalla giurisdizione - ha proseguito Pannella - uno stato tecnicamente in flagranza criminale rispetto a tutto il diritto positivo contemporaneo e della Costituzione italiana".  "E' un disastro (...) c'è un requiem che va registrato, quello che ha recitato il grande maieuta fiorentino, il compagno Matteo Renzi che ha rifiutato la firma ai dodici referendum civili, democratici, dei quali Berlusconi aveva pubblicamente dichiarato, salvo poi il suo partito fotterlo anche lui", conclude Pannella.



Domani (...) presenteremo formale incriminazione dello stato italiano per violazione di tutti i diritti positivi teoricamente vigenti , da quelli internazionale, a quello europeo a quello nazionale”. Lo ha detto questa sera a Radio Radicale Marco Pannella