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Sul bond di Sukarno in mano alla ‘ndrangheta è ancora mistero
Milano Finanza, il 28/12/10
Dopo  il mistero dei T-bond falsi (almeno così sembra) un altro certificato,  per così dire, vintage, sta facendo sudare gli inquirenti. I T-bond  sequestrati a più riprese alle frontiere italiane nel 2009 (in due mesi  sono stati bloccati titoli, poi risultati falsi, per 315 miliardi di  dollari), riguardavano emissioni effettuate negli anni della presidenza  Kennedy. Sempre lo stesso anno, a settembre, la Guardia di Finanza di  Locri ha però sequestrato un certificato di deposito del valore di quasi  1 miliardo di dollari americani emesso da Credit Suisse nel 1961 ed  intestato all’ex dittatore indonesiano Sukarno, che stava per essere  intascato dalla ‘ndrangheta. Un evento che a circa un anno di distanza  rimane ancora avvolto nel mistero. A diradare la nebbia non è servita  nemmeno un’interrogazione parlamentare presentata da deputati di  maggioranza e opposizione, come Renato Farina (Pdl) e Marco Beltrandi  (Radicali). I parlamentari si sono rivolti al ministero dell’Economia  per sapere come sono andati effettivamente i fatti e per chiedere un  intervento presso il governo degli Stati Uniti, che accerti l’eventuale  autenticità del titolo. Ha risposto il sottosegretario Sonia Viale, ma  solo per affermare che l’inchiesta non è ancora conclusa e che su tutti  gli atti la magistratura ha posto il segreto. Resta quindi il mistero su  questa proliferazione di titoli che rimandano agli anni della guerra  fredda, e soprattutto sui canali che li conducono nella disponibilità  delle organizzazioni criminali italiane. Il titolo sequestrato a Lodi,  dal valore di 870 milioni di dollari, stava per essere negoziato da  esponenti della ‘ndrangheta, e precisamente della famiglia di Taurianova  Fazzalari-Viola-Avignone.
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